Recensione "Medicus"di Noah Gordon

sabato 2 gennaio 2016

Medicus










Sinossi:
Londra 1021: Rob Cole ha solo nove anni quando si accorge di "sentire" l'istante in cui la vita abbandona il corpo. E' la scoperta di una vocazione travolgente: diventare medico. All'università di Ispanhan diverrà allievo del grande maestro Ibn Sina. La sua vita sarà una lotta contro la sofferenza e la morte. Un viaggio attraverso il Medioevo euroasiatico per scoprire antiche e nuove pratiche mediche e il mondo dei valori umani.

La mia recensione:
Diciamo che iniziare con la recensione di un libro di questo livello non è cosa da poco, ma l'interesse che ha suscitato in me è davvero singolare per cui ci proviamo.
Ambientato inizialmente nella Londra del 1021 il libro narra le vicende di Rob Cole, un ragazzino di nove anni abituato a prendersi cura dei fratellini minori durante le assenze dei genitori.
Dopo la morte della madre per parto e poi del padre, i fratelli vengono collocati separatamente in situazioni differenti. Rob resta l'unico senza affidamento fino al giorno in cui viene preso da Burber, un cerusico girovago, che ne farà il suo assistente.
Comincia così il viaggio di Rob Cole attraverso l'Inghilterra alla scoperta di un mondo nuovo. Da Burber imparerà l'arte di divertire il pubblico, facendo volteggiare con destrezza palle in aria, e i primi rudimenti della medicina piu' spicciola, curando i malanni delle persone attirate dai giochi di prestigio. Rob si accorgerà presto di possedere un potere straordinario che gli permette di sentire la forza vitale delle persone semplicemente strigendo loro le mani. La protezione di Burber durerà anni e sarà per lui fondamentale. Nonostante, alla morte del cerusico, sia poco più di un ragazzo la sua passione per la medicina e la volontà di curare le persone lo spingeranno a cercare il modo di diventare medico.
L'incontro con un medico ebreo, lauretosi in Persia all'università del grande maestro Ibn Sina, sarà per lui fonte di ispirazione sulla modalità per trasformare un sogno in realtà.
Inizia così l'avventura dell'ebreo Jesse ben Benjamin che si unisce a una carovana di viaggiatori, impara prima l'ebraico poi il persiano e, attraverso un viaggio lunghissimo, arriverà a Ispanhan in Persia. La sua attitudine alla medicina lo porterà in soli tre anni a diventare hakim, medico appunto, diventando il prediletto di Ibn Sina e dello Scià.
Lascierà Ispanhan anni dopo insieme alla moglie a i figli quando la città, morto lo Scià, è preda del nemico. Il ritorno a Londra sarà deludente e difficile, ma saprà fuggire anche stavolta al pericolo rifugiandosi in Scozia, luogo di origine della moglie, dove finalmente potrà dedicarsi al mestiere per cui è nato, il medico.
Ho sintetizzato al massimo un libro, di oltre 600 pagine, che si svolge in luoghi diametralmente opposti tra loro con una descrizione talmente accurata da riuscire a immaginare non solo gli scenari, ma i volti dei singoli personaggi che popolano tutto il libro.
Gordon è riuscito magnificamente a descrivere anche gli aspetti delle religioni, sia ebraica che musulmana, con particolari impressionanti. 
Impossibile non appassionarsi alle avventure di Rob e non vivere con lui fino alla fine la sua meravigliosa avventura.
Mi è piaciuta ogni parte del libro che non ho mai trovato prolisso o pesante.
E' il primo di una trilogia, insieme a "Lo sciamano" e "L'eredità dello sciamano", che inutile dire dovrò per forza portare a termine.
Se devo esprimere un giudizio con le stelle il mio voto è 5 stelle su 5, il massimo con lode!
Da leggere assolutamente.
     

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